Librerie Implantari: il protocollo nel flusso digitale
Realizzare protesi su impianti, sia avvitate che cementate, prima dell’era digitale, richiedeva maggior competenza tecnica e più impiego di tempo. Pensiamo a tutte le fasi manuali come il fresaggio del moncone, l’esecuzione del canale vite e la realizzazione di altri “congegni” per rendere rimovibile la protesi, tutte tecniche che ancora oggi richiedono grande competenza.
Grazie al flusso digitale il processo di realizzazione di questo tipo di protesi si è semplificato.
Per far sì che questo flusso sia scorrevole e predicibile è necessario, come nelle procedure manuali, seguire un protocollo.
Librerie implantari: un protocollo
Il protocollo digitale è impostato dalle stesse aziende implantari, secondo quelle che sono le caratteristiche fisiche e meccaniche del componente da utilizzare.
I punti fondamentali per l’utilizzo di queste metodiche sono: La scelta dell’azienda che produce i componenti che abbiamo deciso d’inserire nel nostro progetto (che sia un produttore di originali o compatibili), la pianificazione del progetto per la corretta scelta dei pezzi disponibili e collegati alla libreria, e che quest’ultima sia disponibile per il CAD che utilizziamo per questo tipo di progetti.
Per non incorrere in brutte sorprese e non creare disagi al paziente, è necessario che questi punti vengano concordati anticipatamente tra clinico e tecnico.
Questi sistemi da un lato sono più semplici e guidati, ma per contro richiedono accuratezza nella scelta e maggiore attenzione nelle associazioni scanbody/componente /libreria (foto1); in buona sostanza una reale competenza specifica, per esempio utile anche ad accertarsi che il referente dell’azienda, a cui si fa riferimento per le scelte iniziali, abbia le giuste competenze, visto che non è raro imbattersi nel contrario.
Vediamo meglio nel dettaglio quali sono le fasi da seguire e quali particolari sono da non trascurare:
- Scansione
Prima di rilevare un’impronta digitale, è necessario, da parte del clinico scegliere il giusto Scan-Body da utilizzare; questo è alla base di tutto il percorso.
Come detto in precedenza, se il sistema scelto è già stato concordato con il tecnico, a questo punto sarà sufficiente comunicare al collaboratore solo le informazioni relative all’impianto utilizzato:
Diametro, connessione e tipo di Scan-Body utilizzato (alcune aziende hanno più scan body per lo stesso impianto), cosicché il tecnico possa effettuare il matching con la relativa libreria.
Alle volte può succedere di utilizzare uno Scan-Body della stessa casa ma con un diametro diverso
o uno compatibile, con la richiesta di matching con librerie originali. Questi errori generalmente obbligano il clinico ad eseguire una nuova scansione con un conseguente disagio per il paziente e un allungamento dei tempi di consegna.
Tuttavia, laboratori con grande esperienza nel digitale possono garantire al clinico la non ripresa della scansione, offrendo diverse soluzioni per questi problemi.
- Importazione delle librerie implantari
Alla base della progettazione occorre avere un’ottima conoscenza delle librerie implantari che si andranno ad utilizzare. La libreria altro non è che una cartella contenente i dati e i file dei disegni CAD predefiniti dall’azienda produttrice. Procedere senza le giuste informazioni potrebbe comportare degli errori irreversibili, con conseguenti perdite di tempo e denaro.
Non proprio raramente si è costretti (avendone le competenze e se la libreria non è bloccata) ad aprire il pannello di controllo per correggere errori della libreria/sviste del produttore, per procedere con il lavoro. Tali errori possono essere: canali vite non eseguiti, basi con canale angolato che non si ruotano e connessioni che spariscono. Fondamentale è eseguire l’aggiornamento della libreria implantare ogni qualvolta sia disponibile.
Attenzione perché le librerie implantari non sempre sono sviluppate in modo corretto. Sono stati riscontrati errori sul diametro del canale vite, più piccolo della vite stessa, o la possibilità di effettuare lavorazioni su t-base che in commercio ancora non esistevano.
- Progettazione
Importata la libreria, il tecnico dovrà scegliere la lavorazione adeguata al caso per eseguire la progettazione di protesi avvitata su T-base o cementata su moncone personalizzato (Preface/Premilled).
Ci sono vari tipi di T-base, diversi per altezza sia nella parte superiore (dove si cementa la protesi), che nel tragitto mucoso (per risolvere i casi di mucose profonde), T-Base per ponti (cioè rotazionali senza connessione) e con canale della vite angolato (per poter posizionare il foro di entrata vite nel posto più funzionale).
I monconi personalizzati progettati al CAD permettono di risolvere situazioni complesse con maggiore semplicità, sia in protesi cementa che avvitata.
L’impostazione del progetto è il momento critico, perché da questa scelta si andrà a definire la lavorazione finale. Un errore di solito è irreversibile
- Finalizzazione
Prodotta la protesi da finalizzare e nel caso si dovessero apportare ancora delle parti in resina/ceramica, sarà necessario un controllo ulteriore per verificare la congruita di questi, sia con l’anatomia dei tessuti che con l’antagonista. Per questo è possibile stampare dei modelli dove potrà essere a sua volta inserito l’analogo digitale per posizionare la parte su impianti.
E’ assolutamente sconsigliato eseguire la progettazione della protesi dopo aver prodotto un modello stampato e poi riscansionato: Un modello stampato non sarà mai un modello master, in digitale la scansione rimane sempre il modello su cui lavorare.
Grazie alle librerie implantari, effettuare lavorazioni su impianti risulta sempre più facile e più veloce.
Questo permette non solo di avere lavorazioni più precise e maggiormente predicibili ma anche un minor dispendio di energie e di denaro.
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